Di vita e di guerra: storie dal fronte ucraino
Da un'inchiesta sul disastro ecologico del Don all'essere testimoni oculari dell'inizio dell'invasione russa in Ucraina. Un reportage sul campo per raccontare una guerra già entrata nella storia

9 Agosto 2022 | di Eleonora Vio

Questo progetto nasce da un imprevisto. Sebbene la giornalista investigativa Eleonora Vio abbia una lunga esperienza in zone ostili e di conflitto, questa volta era diretta in Donbass, per provare a raccontare una storia diversa, particolare e di approfondimento. Per lei la guerra, non quella scoppiata il 24 febbraio ma quella che si prolunga in Ucraina dal 2014, andava analizzata non solo nei suoi sviluppi militari, ma anche in quanto causa scatenante di un imminente disastro ecologico nel bacino carbonifero del Don. L’inchiesta che Eleonora voleva scrivere su questo tema, avrebbe costituito un altro tassello di un progetto di IrpiMedia, che l’ha già vista impegnata in Bulgaria ed Estonia.

Improvvisamente l’emergenza ucraina cancella i piani costruiti da tempo da Eleonora – e dal suo collega fotografo e videomaker, Patrick Tombola. I due si trovano così catapultati dalla sera alla mattina sul filo del fronte. Tra i bombardamenti e l’avanzata delle truppe russe, i due giornalisti diventano testimoni oculari della capacità con cui la popolazione locale, pur incapace di dare un senso agli avvenimenti, si organizzi e reagisca con caparbietà e decisione.

Dal caso prende forma un reportage a puntate con testimonianze in presa diretta e interviste in studio o registrate da Eleonora sul campo, che racconta come, dopo la confusione e il panico delle prime 48-72 ore, un Paese europeo e moderno, al pari del nostro, sia stato costretto a cambiare volto repentinamente e assumere un assetto da guerra. La confusione è tanta, come pure le domande cui sembra impossibile, ancora oggi, dare risposta. Mettendo insieme i vari tasselli, cercheremo di dare un senso a un evento che ha sconvolto la vita di tutti, entrando già nella storia.

Ep. 11 – L’esodo

Dopo quasi un mese di lavoro sul campo, Eleonora decide che è arrivato il momento di tornare a casa. I racconti di chi ha impiegato giorni e giorni per fare rientro la preoccupano, ma per una serie di circostanze fortuite raggiunge l’Italia in poco più di 48 ore. Abbastanza per rendersi conto di come la guerra ha il potere di avvicinare le persone, da un lato, e di creare distanze incolmabili, dall’altro. Nel frattempo Eleonora ha conosciuto virtualmente Oksana, una signora ucraina residente in Italia e bloccata a Kherson, ovvero la prima città a cadere nelle mani russe nel corso di questa aggressione, durante quella che doveva essere una breve visita alla madre malata. Il racconto personale di Eleonora e quello di questa signora si intrecciano, mettendo in evidenza le analogie, ma soprattutto le differenze tra loro e i mondi a cui appartengono. In quella che è lecito definire una “missione suicida”, alla fine Oksana riesce a fuggire dall’Ucraina. Ma, anche a distanza di un migliaio di chilometri, mentre ha apparentemente ripreso la sua vita “normale”, non riesce a trovare pace.

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Ep. 10 – Kharkiv, la verità sotto attacco

Fino a qui Eleonora e Patrick hanno viaggiato ed esplorato l’Ucraina sotto attacco insieme. A metà marzo i due si separano. Eleonora se ne va (racconteremo il suo esodo nella prossima puntata, nd), mentre Patrick decide di rimanere e, nelle undici settimane e mezzo che trascorrerà nel Paese, racconterà le varie fasi del conflitto a Kharkiv tramite alcuni suoi emblematici personaggi. Questo reportage visivo è diventato un documentario prodotto da Channel 4 e PBS Frontline, intitolato Ukraine: Life Under Attack, a cui Patrick ha lavorato insieme al collega Yassir Mani Benchelah. In questa puntata Eleonora intervista Patrick e ripercorre con lui l’evoluzione di un polo importante sia dal punto di vista commerciale che intellettuale, diventato col passare del tempo una città fantasma, svuotata nelle strade come nello spirito. Il finale è amaro. Per chi ha vissuto la guerra a lungo e dal di dentro, come Patrick, ciò che al suo ritorno a casa più gli ha fatto male è stato realizzare come tante persone mettano in discussione non solo la realtà dei fatti ma, con essa, il suo stesso lavoro e quello dei giornalisti che ogni giorno rischiano la vita per documentarla.

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Ep. 9 – Kharkiv, la realtà capovolta dove i bambini fanno da esempio per tutti

Anche Kharkiv, la seconda città più grande dell’Ucraina, a soli 40 chilometri a sud del confine russo, è stata colpita all’alba del 25 febbraio. E non ha mai smesso di essere bombardata da allora, tanto da costringere la gente a fuggire, o a ritirarsi a vivere sottoterra per settimane, mesi. A Kharkiv, dove gran parte della popolazione parla russo, e ha parenti, figli e amici dall’altra parte del confine, l’aggressione è stata interpretata come una pugnalata fratricida. Il dovere di non soccombere alla paura e all’invasione nemica si manifestano giorno dopo giorno nelle situazioni più impensabili, come quella in cui Eleonora e Patrick si sono trovati immersi a inizio marzo. Una mattina hanno seguito il Dottor Juriy, oftalmologo al Centro Medico Prenatale di Kharkiv, durante il suo giro di visite quotidiane e hanno scoperto una realtà drammatica e surreale, dove i parametri normali erano stati capovolti, e i neonati indifesi facevano da esempio di resilienza per gli altri.

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Ep. 8 – L’ombra della catastrofe atomica

Uno dei rischi più grandi, per l’Ucraina come per il resto del mondo, connesso a questa guerra, è il rinnovato rischio rappresentato dalla minaccia nucleare. Non tanto quello rappresentato dall’uso di armi atomiche in guerra, quanto quello, ben più probabile, connesso alle centrali attive in Ucraina che rischiano di trovarsi in mezzo ai bombardamenti. Per capire cosa questo e altri scenari potrebbero significare, parliamo oggi con qualcuno che queste conseguenze le ha in mente ogni giorno: Olga Kosharna, esperta di energia nucleare. Dopo aver lavorato molti anni presso l’Autorità Nazionale dei Regolamenti per la Sicurezza Nucleare in Ucraina e all’Istituto di Ricerca Strategica sulla Sicurezza Nucleare, oggi Olga è una ricercatrice indipendente e svolge consulenze per vari enti sia statali che indipendenti. Ascolta su Spotify

Ep. 7 – La storia che rischia di ripetersi

Il popolo ucraino conosce meglio di ogni altro in Europa quali possano essere le conseguenze di un incidente nucleare. L’ombra di Chernobyl ha infatti pesato su questo conflitto fin dall’inizio, e la sicurezza delle centrali attive, come dei depositi delle scorie che ancora risalgono all’incidente di quasi quarant’anni fa, rappresentano una delle principali preoccupazioni delle forze di difesa ucraine. Eleonora questa realtà ce l’ha presente da prima dell’inizio della guerra, ed è per questo che aveva già programmato di intervistare Yakovlev Yevgeniy Alexandrovich, l’ormai ultraottantenne idrogeologo che nel lontano 1986 lanciò l’allarme prima della catastrofe di Chernobyl. Dopo aver parlato con lui, seguiremo il viaggio di Eleonora e Patrick verso Zaporizhzhya, dove si trova la più grande centrale nucleare d’Europa, mentre il fronte si avvicinava sempre più pericolosamente. Ascolta su Spotify

Ep. 6 – Cittadini, volontari, estremisti. Chi combatte per l’Ucraina?

Per la Carta delle Nazioni Unite l’Ucraina – come ogni altro Paese che abbia aderito al protocollo – ha il diritto di utilizzare tutte le armi a sua disposizione per auto-difendersi. Per quanto la forza militare ucraina si sia irrobustita molto dall’umiliazione subita in Crimea nel 2014 in poi, il 24 febbraio si è trovata impreparata di fronte all’esercito russo, uno dei più potenti al mondo, che contava, già allora, quasi due milioni di uomini. Così, oltre a mettere in campo l’intero esercito, composto da 200mila soldati attivi e almeno 300 mila riservisti, le autorità Ucraine, da subito, hanno voluto allargare le loro forze volontarie e paramilitari. Cercheremo di capire chi sono, da dove arrivano e in cosa credono le Forze Territoriali di Difesa, che in poco più di un mese sono riuscite a reclutare oltre 37 mila membri attivi e 130 mila volontari. E, grazie a un ospite di rilievo, faremo anche un po’ di chiarezza sulle sorti del tanto discusso Battaglione Azov, il cui orientamento resta uno dei punti più efficaci della propaganda filorussa.

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Ep. 5 – Dnipro si mobilita

Lo shock iniziale lascia spazio alla voglia di darsi da fare e di resistere. Incoraggiati dalle parole del Presidente ucraino Zelensky, che li invita a difendere in massa il proprio Paese dall’aggressore, i cittadini ucraini si mobilitano come possono. C’è chi si registra tra le Forze Territoriali di Difesa, un corpo volontario diventato parte dell’esercito ufficiale da gennaio di quest’anno; chi raccoglie beni di prima necessità per le forze armate e le famiglia in difficoltà, e chi passa le giornate ad assemblare e testare bombe molotov. Eleonora osserva sbalordita come una città di (allora) un milione di abitanti, in seguito svuotata di almeno un terzo della sua popolazione, e simile in tutto e per tutto a qualunque moderno centro europeo, non si sia fatta abbattere della paura, ma abbia, invece, sfruttato la rabbia condivisa per reagire, dimostrando ammirabile unità e compattezza.

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Ep. 4 – Vita da fixer, tra impegno morale e professionale

Allontanarsi da Mariupol per Eleonora significa anche rinunciare all’unica persona cui pensava di poter fare affidamento, la sua fixer, Diana. Ma, arrivata a Dnipro, s’imbatte subito e fortuitamente in Catherine Leonova, giornalista, video-maker, ufficio stampa per l’esercito e tanto altro. Seppure esperienze di quel tipo non le manchino, con lo scoppio della nuova guerra Catherine non pensa a documentare l’accaduto ma a supportare il più possibile chi ha bisogno. Sono le persone vicine a lei a convincerla che il miglior modo per aiutare la sua gente e l’esercito è fare da “fixer” ai giornalisti stranieri che arrivano giorno dopo giorno, per raccontare il conflitto nelle sue tante sfaccettature. La propaganda esiste, da ambo le parti, ma come dice Catherine: “Solo uno stupido potrebbe negare che è la Russia il colpevole”.

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Ep. 3 – 48 ore per capire

Rendendosi conto che, se la situazione dovesse precipitare, rischierebbe di rimanere incastrata, senza possibilità di andarsene, nella città strategica e insidiosa di Mariupol, schiacciata tra il Mare di Azov e le repubbliche separatiste filorusse del Donbass, Eleonora decide di andarsene da lì. Nonostante le raccomandazioni dell’unità di crisi e dei governi a non muoversi, sfida il pericolo, trova un autista e si mette in macchina. Dopo 5 ore di viaggio trascorse in allerta e in silenzio, arriva a Dnipro, terza città per grandezza dell’Ucraina. Anche qui, la mattina del 24 febbraio, sono state registrate varie esplosioni. Intorno regna il caos. Non avendo ancora un’idea precisa di cosa potrebbe succedere, Eleonora si organizza e si prepara, come se, a breve, dovesse verificarsi il peggio.

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Ep. 2 – Perché andare, perché restare

Fare il giornalista significa prima di tutto immedesimarsi nei panni di chi legge, vede o, come in questo caso, ascolta, e fornirgli strumenti per capire la realtà che lo circonda. Ecco perché, dopo un attacco “frastornante”, nel vero senso della parola, dove siete stati trascinati, inconsapevolmente, da Eleonora nell’istante che per molto tempo farà da spartiacque alla nostra storia recente, qui la nostra protagonista non è più narratrice testimone ma ospite e intervistata. A posteriori Eleonora cerca di rispondere alle domande che avrebbe posto lei a chi si fosse trovato nei suoi panni e cerca di colmare alcuni vuoti e informazioni, cui non aveva avuto nemmeno il tempo di pensare durante quella notte e quel giorno, nella frenesia del lì e ora. A intervistarla, Giulio Rubino, editor di questo podcast, che ha seguito Eleonora dall’inizio, prima che la guerra stravolgesse tutto.

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Ep. 1 – La notte che cambiò tutto

Un conto è sapere che la guerra potrebbe scoppiare da un momento all’altro, un altro svegliarsi nel cuore della notte al suono delle esplosioni. La giornalista freelance Eleonora Vio (assieme al compagno fotografo e videomaker Patrick Tombola) si trovava a Mariupol – città del sud-est dell’Ucraina, diventata tristemente nota per il carico di violenze e devastazione crescente perpetrato nelle settimane seguenti dalle forze russe – quando è iniziato il conflitto. A distanza di pochi minuti da quell’attimo che ha cambiato la storia del mondo, Eleonora prova a raccontare in presa diretta cosa si prova a essere coinvolti in prima persona in un evento così grande, assurdo e spaventoso, tanto da non essere stato, realisticamente, considerato come possibile, finché non è avvenuto. Un evento che, senza bisogno di troppa analisi, da subito delinea un prima e un dopo nella storia di Eleonora, e di tutti.

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Di vita e di guerra – Trailer 2

Di vita e di guerra – Trailer 1

Di vita e di guerra è un podcast di IrpiMedia
Autori: Eleonora Vio
Diretto da: Giulio Rubino
Prodotto, montato e sonorizzato da: Riccardo Cocozza
Doppiaggio: Stefano Starna, Vanina Marini
Fotografie: Patrick Tombola
Musiche originali: Riccardo Cocozza

Colonna Sonora:

XLR:840 – Replicant. Part 2
TIMOFIY STARENKOV – AI Access Denied
ДУХОВКА – Время
HRCRX – Mineral

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