Con l’epidemia Covid in aumento le truffe online
Mentre la Procura di Reggio Calabria denuncia 117 persone per phishing, l’allerta resta alta in tutta Italia. Ora più che mai

27 marzo 2020 | di Cecilia Anesi

Mail con loghi contraffatti di banche invitavano i malcapitati a visitare siti web di online banking del tutto simili a quelle delle reali home banking degli istituti di credito, per poi rubargli le credenziali d’accesso, e poco dopo, i risparmi. Una pesca a strascico, in gergo tecnico phishing, portata avanti con successo da un’organizzazione criminale fino a quando la Procura di Reggio Calabria, guidata dal procuratore Giovanni Bombardieri, non l’ha fermata.

Nell’avviso di conclusione indagini, sono 117 le persone accusate a vario titolo di accesso abusivo a sistema informatico, detenzione e diffusione abusiva di codici d’accesso a sistemi telematici, frode informatica e riciclaggio.

La truffa dell’home banking

«La mente della truffa era un gruppo di truffatori residenti a Reggio Calabria, che per mettere a segno il colpo si era alleata con tecnici in grado di fare phishing, ovvero procurarsi illecitamente i codici di accesso dei correntisti grazie a delle “maschere” (schermate in cui immettere i dati, ndr) del tutto simili a quelle realmente in uso alle pagine home banking dei loro istituti di credito», ha spiegato Bombardieri a IrpiMedia. «In un secondo momento effettuavano bonifici in favore di conti correnti o prepagate intestati a persone residente a Reggio Calabria».

Ecco perchè da luglio 2017, dopo segnalazioni e denunce a diverse caserme dei carabinieri in tutta Italia che facevano emergere uno stesso modus operandi e un chiaro collegamento con Reggio Calabria, la locale Procura aveva avviato le indagini e, con intercettazioni e pedinamenti, aveva scoperchiato la truffa da oltre 170mila euro.

Mentre questa organizzazione criminale è stata fermata, le truffe purtroppo continuano, anche e soprattutto in tempo di pandemia. Gli inquirenti invitano «a prestare la massima attenzione a tentativi di truffe on-line finalizzate a finte operazioni benefiche nell’ambito dell’epidemia Covid19».

Cresce l’adescamento dei minori online

Il rischio è reale e in crescita anche secondo la Polizia Postale e non confinato al solo phishing ma a tutto l’ambiente della Rete. È cresciuto l’adescamento di minori online, con 13 denunce nel solo mese di marzo. «I pedofili sfruttano l’attitudine dei più giovani a postare larga parte della loro vita pubblica e privati, i social e le app come Whatsapp, Snapchat, Telegram vengono scelti come “territori di caccia” dove agganciare potenziali vittime», commentano gli investigatori. Un dato preoccupante, che si aggiunge alle classiche truffe online che sfruttano la vulnerabilità emotiva delle persone in questi giorni. La Polizia Postale segnala infatti «false raccolta fondi, siti civetta per la vendita di mascherine e prodotti igienizzanti per le mani con prezzi aumentati anche del 5000%».

Riporta ancora la Postale che dall’inizio del lockdown sono state denunciate 184 persone per truffa e 190 per cybercrime o reati online contro la persona. Il consiglio? Stare attenti alle e-mail che offrono servizi connessi all’emergenza Covid-19 (c’è una mappa della diffusione del coronavirus nel mondo e che in realtà nasconde un malware, un virus informatico) o che presentano prescrizioni mediche dell’Oms: l’allegato è un malware in grado di cifrare e rendere non utilizzabili i computer.

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