8 Maggio 2020 | di Matteo Civillini
Affidamenti diretti di Regione Lombardia per la fornitura di dispositivi di protezione individuale finiti nella mani di un grossista coinvolto in un’indagine per la vendita di abiti contraffatti. Una partita da quasi 14 milioni di euro – già pagata per circa il 70% – che si sta concludendo nel modo peggiore per tutti. A Milano le mascherine e i camici (DPI) cercati con massima urgenza lo scorso marzo non sono mai arrivati. Per l’imprenditore Fabrizio Bongiovanni, 44 anni, invece, sono scattati gli arresti domiciliari con le accuse di frode nelle pubbliche forniture e false attestazioni di svincolo.
Al centro della vicenda c’è Eclettica srls, azienda di Turbigo, in provincia di Milano, specializzata nell’import di giacche e cappotti. Con l’avanzare dell’emergenza Covid-19, però, il suo amministratore, Bongiovanni, avrebbe fiutato l’affare: procurarsi Dpi dalla Cina e rivenderli a diverse realtà della pubblica amministrazione. Ha potuto farlo ampliando l’oggetto sociale della sua attività solo il 7 aprile scorso, dunque solo dopo aver appreso dell’affidamento da parte di Aria Spa la stazione appaltante di Regione Lombardia.
Stando a fonti investigative, i prezzi unitari offerti dall’Eclettica vanno dai 50 centesimi per le mascherine chirurgiche, a 3,50 euro per le FFP2 fino a 18 euro per i camici più costosi. Da Aria spa, ottiene cinque affidamenti per un totale di quasi 14 milioni di euro, di cui 10,49 milioni pagati subito al momento dell’ordine. Un bell’affare per un’azienda che nel 2018 – ultimo anno di pubblicazione del bilancio – aveva fatturato poco meno di due milioni di euro.
Il sequestro della Guardia di finanza
Il contratto prevedeva che le forniture sarebbero state completate entro 7 giorni. Ma un mese e mezzo più tardi la società risulta in gran parte inadempiente. Tanto che oggi la Guardia di Finanza di Como ha provveduto al sequestro di 3,3 milioni di euro depositati sui conti della società. L’unica parte dei proventi della commessa lombarda che i finanzieri sono finora riusciti a rintracciare. Eclettica, peraltro, era già al centro di un’indagine della Procura di Como per la presunta commercializzazione di capi d’abbigliamento contraffatti.
L’avvocato Lorenzo Labate, difensore di Bongiovanni, sostiene che Eclettica ha già consegnato buona parte della merce ad Aria e che quella mancante è bloccata in dogana a Malpensa o in procinto di partire dalla Cina. «Questa situazione ha determinato uno stallo» dice Labate, «le indagini stanno comportando controlli ulteriori che rallentano il completamento della fornitura». Dall’altra parte la stessa Aria Spa fa sapere che la stessa merce ferma deve ancora «superare la verifica della certificazione».
Le false attestazioni di svincolo
Gli affidamenti di Regione Lombardia non sono gli unici ad aver cacciato l’amministratore di Eclettica nei guai. Bongiovanni è accusato dalla Procura di Como di aver presentato false dichiarazioni di svincolo per ottenere lo sdoganamento diretto di 72mila mascherine FFP2 all’aeroporto di Malpensa.
L’attestazione presentata da Bongiovanni indicava come unico destinatario della merce la Federazione Italiana Medici. Ma, stando agli accertamenti dei finanzieri comaschi, 12mila delle mascherine dirette alla Federazione sarebbero state invece sottratte per la vendita al dettaglio a soggetti privati. Per Bongiovanni è scattatto dunque l’arresto con l’accusa di aver prodotto false attestazioni di svincolo.
Il legale di Bongiovanni sostiene che il suo assistito abbia agito in modo lecito: «le bolle di svincolo erano intestate ad Eclettica e nessuna mascherina è stata sottratta all’Ordine dei Medici».
Il caos tra gli appalti Consip e della Protezione Civile
Quello dell’azienda milanese è solo l’ultimo caso di forniture affidate in tutta fretta per far fronte all’emergenza coronavirus e poi finite nel caos. Irpimedia ha documentato come tra gli aggiudicatari di appalti Consip ci siano inizialmente stati imprenditori indagati per frode. O come una carico di 5 milioni di mascherine interamente pagato dalla Protezione Civile sia rimasto bloccato in Cina perché non in regola.
«La situazione emergenziale ha costretto ad abbandonare procedure più complesse che permettono di verificare, tra le altre cose, la effettiva capacità imprenditoriale dei fornitori», dice a IrpiMedia una fonte investigativa. «A volte la fretta porta a fare delle cattive scelte».