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I misteri di Avcon Jet, la compagnia di jet privati che piace agli oligarchi
Attraverso la storia di tre aerei, si scoprono i clienti e i partner della compagnia. Da documenti di vendita di due jet, emerge che la proprietà è stata di società di leasing di UniCredit. E che a beneficiarne sono stati personaggi controversi
07 Aprile 2023

Lorenzo Bagnoli
Benjamin Weiser

Il 4 marzo 2021, il jet privato Embraer Legacy 600 con targa OE-IRK vola da Tel Aviv a Vienna. A bordo c’è Sebastian Kurz, in quel momento Cancelliere d’Austria. Torna nella capitale austriaca a seguito di una visita di Stato a casa del presidente israeliano Benyamin Netanyahu per lanciare una nuova cooperazione nella ricerca contro il Covid, a cui ha partecipato anche la Danimarca. Nonostante il jet sia privato, è un volo di Stato.

«La prenotazione di voli tramite compagnie come Avcon Jet è una procedura standard assolutamente normale», è la risposta fornita dall’ufficio stampa della Cancelleria austriaca al quotidiano Der Standard. In realtà, il problema non è tanto nella modalità con la quale è stato gestito il rientro dalla trasferta, ma nel proprietario del jet scelto, un nome controverso.

I colleghi austriaci di ZackZack, che firmano con noi questa inchiesta, scoprono che il velivolo è di proprietà di Dmytro Firtash, uomo d’affari ucraino finito agli arresti domiciliari nel 2014 a Vienna a seguito di una condanna per corruzione ricevuta negli Stati Uniti. In quello stesso 2021, Firtash è anche messo sotto sanzione dal governo di Kyiv per le sue relazioni con Mosca.

L’oligarca – che dopo l’invasione dell’Ucraina ha rilasciato al Financial Times una lunga intervista in cui sostiene che l’Ucraina non sarà l’unico Paese a essere invaso da Vladimir Putin e che l’Europa deve fare qualcosa per fermarlo – vive da allora in pianta stabile in Austria, forte di connessioni politiche con la destra dell’allora governo. Due anni prima, nel 2019, il primo governo di Kurz era già caduto per le relazioni di un partito di governo, l’FPO, con la Russia (vedi box nell’articolo Le accuse di finanziamenti russi ai partiti identitari). Le entrature degli oligarchi a Vienna tornano così d’improvviso d’attualità sulle pagine dei giornali.

L'inchiesta in breve
  • Avcon Jet è una compagnia che opera jet privati di base in Austria. Attraverso i documenti che riguardano tre dei suoi vecchi aerei, ora venduti, è possibile tracciare chi sono gli utilizzatori dei velivoli, spesso ceduti attraverso contratti di leasing. Sono oligarchi russi e aziende a rischio sanzione, che pongono problemi per le banche europee che lavorano con Avcon Jet.
  • Il primo aereo è stato acquistato da Dmytro Firtash, oligarca ucraino di cui è stata chiesta l’estradizione negli Usa per un caso di corruzione. L’ha usato anche l’ex Cancelliere austriaco, Sebastian Kurz.
  • Il secondo aereo è stato venduto nel 2016. Proprietaria è una società di leasing di UniCredit che dipende dalla sede austriaca della banca. Secondo uno scambio di email interne, l’ad della banca, Robert Zandzil, ha imposto che partecipasse alla vendita un broker maltese collegato ad Avcon Jet.
  • Il terzo aereo è stato venduto tre volte lo stesso giorno, nel luglio 2022. La proprietà è di Baca Hydra, altra società di leasing di UniCredit, a farne uso è Kamavia, società russa che appartiene a Kamaz, sotto sanzione dal giugno 2022. Il gruppo è parte di ROSTEC, sotto sanzione dal 2014.
  • Avcon Jet ha una succursale all’Isola di Man, con un conto alla banca Cayman National. I manager della compliance esprimono timori per diversi profili di rischio della società e di altri che lavorano con lei, tra cui che non si conoscono i veri beneficiari o proprietari dei jet.

Quando ZackZack pubblica la notizia dei voli di Stato con il jet di Firtash, in Austria scoppia un caso, uno dei tanti che riguardano Kurz nel 2021. La Cancelleria prende le distanze: «Chi possiede il rispettivo aeromobile (Embraer Legacy 600 con targa OE-IRK, ndr) è al di là della nostra conoscenza e non è più rilevante», prosegue il commento dell’ufficio stampa pubblicato da Der Standard. A dicembre di quell’anno Wunderkurz – “Kurz il fantastico”, come lo soprannominavano i giornali – si dimette da ogni incarico per ritirarsi a vita privata. È stata una delle tappe fondamentali che ha segnato la fine politica della promessa dei conservatori d’Austria, a soli 36 anni.

Rispetto alla gestione dell’aereo, resta però un dubbio. L’ufficio stampa dell’oligarca ucraino ha infatti confermato a ZackZack che «l’aereo in questione (OE-IRK) è di proprietà di una società che può essere attribuita al signor Firtash» ma ha precisato poi che «è gestito autonomamente da una società terza». L’entità che «si può attribuire al signor Firtash» è Ukrinvest, che secondo un contratto del 2017 ottenuto da ZackZack ha acquistato attraverso un leasing il jet OE-IRK. La società di Firtash, secondo il contratto, ha poi ceduto l’aereo a una società terza che gestisce i voli a fronte di una commissione del 9% sul totale dei costi di noleggio, che secondo stime di mercato stanno in una forbice tra i duemila e gli 11 mila dollari all’ora.

Quest’azienda si chiama Avcon Jet e ha sede a Vienna, a 15 minuti a piedi dal palazzo nobiliare in pieno centro nella capitale che fa da ufficio a Firtash .

Chi è Dmytro Firtash

Il nome di Dmytro Firtash, in Italia, è collegato al tentativo di vendita di Pravex Bank, la controllata di Banca Intesa che nel 2014 è stata quasi acquistata dall’oligarca a un prezzo stracciato. Considerato uno dei principali sponsor di Viktor Yanukovich, il presidente dell’Ucraina pro Putin che è stato cacciato nel 2014, dall’ultima “operazione speciale” di Mosca si è schierato apertamente contro Putin. L’origine del suo patrimonio, però, è proprio grazie agli scambi di gas tra Ucraina e Russia.

Da nove anni i suoi legali contestano la richiesta di estradizione da parte degli Stati Uniti: avrebbe cercato di corrompere il governo indiano per ottenere del titanio da vendere a Boeing, che non è indagata. A giugno 2019, la Corte suprema austriaca ha autorizzato l’autorizzazione per l’estradizione di Firtash, che però non è mai avvenuta. Tra i soci celebri dell’uomo d’affari, anche Paul Manafort, l’ex capo della campagna elettorale di Donald Trump. È anche accusato di aver passato informazioni contro Joe Biden all’ex avvocato di Trump, Rudolph Giuliani.

I profili di rischio di Avcon Jet AG

«Ad Avcon Jet – declama un video promozionale dell’azienda diffuso nel 2018 – pensiamo che nulla sia impossibile». Per quanto il claim pubblicitario suoni già sentito, la società è tra le leader del mercato europeo per il noleggio di jet privati e dispone di un gruppo di controllate e di fornitrici di servizi con una dotazione complessiva di almeno 80 velivoli. Sono anni che il suo nome viene citato in inchieste giornalistiche e giudiziarie, spesso in relazione a oligarchi russi e ucraini oppure con governi dell’area delle ex repubbliche sovietiche.

Avcon Jet nasce nel 2007, a seguito del fallimento di un’altra società austriaca. Già da quell’anno, il nome della compagnia per 88 volte ricorre tra i beneficiari dei denari inviati da tre società offshore che hanno depositato i propri conti correnti alla Ukio Bankas di Kaunas, in Lituania, controllata della russa Troika Dialog (fallita nel 2013, dopo essere finita al centro delle indagini della Banca centrale lituana). Sia le società offshore, sia la banca sono accusate di aver preso parte alla “lavanderia” attraverso cui la banca Troika avrebbe ripulito denaro sporco proveniente dalla Russia facendolo transitare attraverso società veicolo con operazioni fittizie.

La sede di Avcon Jet in Wohllebengasse a Vienna – Foto: ZackZack

Le relazioni di Avcon Jet con i proprietari dei velivoli – sia Legacy 600 targato OE-IRK, sia gli altri aerei della flotta di Avcon Jet e delle sue sorelle – sono opache e Avcon non ha voluto fornire alcuna spiegazione ai giornalisti. Grazie al lavoro di colleghi come ZackZack in Austria o Hetq in Armenia, in passato è stato possibile legare il nome di Avcon Jet a oligarchi condannati per corruzione, come Firtash, o a personaggi esposti politicamente, due categorie di clienti che per gli istituti di credito sono problematiche da gestire dal punto di vista della compliance e dell’adeguamento a normative internazionali e interne.

Avcon Jet è anche la società che è stata pagata dall’ambasciata kazaka per riportare nella capitale Astana Alma Shalabayeva, moglie del banchiere Mukhtar Ablyazov, ricercato in patria e promotore di movimenti politici di protesta contro il vecchio regime di Nursultan Nazarbayev, vicino a Mosca. In Italia la vicenda sul piano giudiziario si era chiusa in primo grado, nel 2021, con la condanna dei nove imputati per quello che era stato definito un «rapimento di Stato», teorema che in secondo grado, a novembre 2022, è stato del tutto respinto dalla Corte d’Appello che ha assolto i nove imputati. Anche i governi, o le ambasciate, sono clienti difficili per gli istituti bancari sul piano delle verifiche e dei controlli.

A questo si aggiungono altri due elementi: primo, altri proprietari di velivoli sono del tutto occulti e dalla nostra inchiesta risulta che anche per le banche è difficile conoscerne i nomi. Secondo, Avcon Jet è molto esposta in Russia: fino al 2019, ha avuto come socio di maggioranza un uomo d’affari russo con cittadinanza austriaca, che ha investito in Austria con prestiti di Sberbank, la più grande banca di Stato russa, sotto sanzione dall’occupazione della Crimea nel 2014. La maggior parte del suo equipaggio è russo, Paese a rischio sanzione per gli istituti di credito internazionali già da nove anni.

Tra i diversi istituti di credito che, nonostante i rischi, hanno lavorato con Avcon Jet ci sono UniCredit, attraverso due delle sue controllate in Austria che si occupano di leasing, e la banca Cayman National all’Isola di Man. L’Austria è un Paese dove vige una forma di segreto bancario: «In linea di principio – si legge sul sito del governo alla voce “segreto bancario” – le banche non sono autorizzate a fornire alcuna informazione sulle finanze dei clienti», a meno che non ci siano condizioni particolari, come un’inchiesta giudiziaria per evasione fiscale. L’Isola di Man è un importante paradiso offshore che dipende dalla Corona inglese, come le Isole Cayman da cui proviene la banca Cayman National.

Leasing: cos’è e quali sono i suoi profili di rischio

Un contratto di leasing prevede una triangolazione: un soggetto, detto concedente (lessor in inglese), si obbliga ad acquistare da un soggetto terzo (fornitore) un bene richiesto e scelto dal concessionario (lessee in inglese) che paga un canone per poterlo utilizzare. Lo spiegano Anna Masutti e Vincenzo Scaglione dello studio di avvocati e commercialisti Lexjus Sinacta in una ricerca sul leasing degli aerei. Non è l’unica forma possibile di leasing: in alcuni casi, il concessionario può limitarsi al solo “noleggio” e in quel caso si tratta di un leasing operativo, differente dal finanziario, che è la casistica descritta prima e più frequente nel mondo dei jet privati. Una terza possibilità è quella del lease-back, in cui un venditore aliena un bene a una società di leasing e lo utilizza pagando un canone in modo che la proprietà resti formalmente del concedente.

Sul piano dell’antiriciclaggio, alcuni contratti di leasing potrebbero porre rischi simili a quelli degli schemi di riciclaggio loan-back (forme di prestito a “se stessi”), secondo il vice direttore di Transcrime Michele Riccardi, esperto di reati finanziari. «Due società, A e B, potrebbero utilizzare la compravendita di un velivolo per riciclare denaro tramite la triangolazione di una società di leasing C compiacente», spiega.

Questo ipotetico schema potrebbe occultare rapporti diretti tra strutture societarie complesse che rendono difficile individuare il titolare effettivo del bene in questione. Per analizzare i collegamenti tra le società citate nell’articolo, abbiamo utilizzato DATACROS, software sviluppato dal centro Transcrime di Università Cattolica, insieme al suo spin-off Crime&tech.

Domande senza risposte, all’Isola di Man

Nel 2015, Avcon Jet apre una sua società all’isola di Man, un paradiso fiscale dove non esistono tasse sui profitti. Il Paese ha un proprio registro aeronautico che nel 2019 era considerato il principale per i bizjet, il nomignolo dato agli aerei privati degli uomini d’affari, immatricolati offshore. Il conto corrente della società è depositato presso la succursale dell’isola di Man della Cayman National Bank and Trust (CNBT), di cui l’organizzazione di hacker Distributed Denial of Secrets (DDoSecrets) ha ottenuto un leak di due terabyte di documenti nel 2019. Da qua si possono ricostruire i dubbi degli addetti alla compliance della banca su un cliente come Avcon Jet e i suoi fornitori.

Tra i documenti del conto corrente di Avcon Jet Limited all’Isola di Man si trovano estratti conto dal 2015 al 31 dicembre 2018 dove sono ricorrenti i bonifici in uscita verso un’azienda chiamata SOS Limited. Proprietario è ST, di cui non facciamo il nome per conformarci al modo in cui i nostri partner trattano gli incensurati, lo stesso imprenditore che risulta possedere, almeno nominalmente, anche la Avcon Jet Limited. In un report interno sulle società dell’imprenditore, si legge che SOS Limited ha lo scopo di fornire l’equipaggio dei jet. Il personale non è però alle sue dipendenze: «Per l’equipaggio viene stipulato un contratto di servizio con la società che gestisce l’aeromobile», prosegue il documento. Il documento specifica che Avcon Jet Limited è «tra i primi operatori dell’Isola di Man» e «gestisce e opera i jet per conto del proprietario».

Nel report sui profili di rischio del conto corrente di SOS Limited presso la Cayman National Bank si legge che i versamenti a favore degli assistenti di volo e degli altri lavoratori impiegati dalla società sono quasi tutti su conti correnti russi. Inoltre, i proprietari degli aerei operati dalle società clienti di SOS Limited, come Avcon, sono occulti. Entrambe queste circostanze pongono un problema per l’istituto di credito: «Questo conto corrente – si legge nel documento redatto da un compliance manager della banca, datato agosto 2019 – ha bisogno di passare a Rischio Alto a causa delle transazioni verso la Russia e anche perché non sappiamo chi siano i titolari effettivi dei velivoli, dato che ST ha comunicato di non essere in possesso di tali informazioni in quanto non ne ha bisogno».

Nelle note conclusive del documento, alla voce «azioni richieste», il funzionario della banca scrive: «Quando vengono effettuati i pagamenti verso la Russia, riceviamo solo le copie dei CV dell’equipaggio come prova della loro identità, senza che vengano effettuate ulteriori verifiche sulle persone. Siamo tranquilli?». Senza un’adeguata verifica, esiste almeno in teoria, il rischio che i soldi in realtà siano incassati da altri, anche altri cittadini russi eventualmente sotto sanzione.

«C’è stata risposta all’email di [nome di un impiegato della banca] dell’11 luglio 2019 in merito a Igor Makarov, un oligarca russo?», domanda il funzionario più avanti. Makarov è il fondatore di Itera, la prima società di gas privata in Russia, comprata nel 2012 dal colosso privato russo Rosneft per 2,9 milioni di dollari. Turkmeno di origine, Makarov è stato consigliere per l’energia dell’allora presidente Gurbanguly Berdimuhamedow (a cui nel 2022 è succeduto il figlio Sedar), che con la Russia ha stretto importanti accordi di cooperazione economica proprio sulle forniture di gas.

Il jet Embraer Legacy 600 con targa OE-IRK – Foto: Wikimedia
Il jet Embraer Legacy 600 con targa M-ESGR – Foto: Wikimedia
Il jet Embraer Gulfstream G280 con targa OE-HKT – Foto: Wikimedia

Nell’email dell’11 luglio 2019, un dipendente della banca ha scritto che ST, il proprietario di Avcon Jet e SOS Limited, aveva chiesto un finanziamento per gli equipaggi di altri due velivoli di Makarov. Il pagamento sarebbe passato da una società terza, sempre con sede all’isola di Man. Makarov però compare al numero 55 della Lista Putin, un documento del 2018 reso pubblico dal Dipartimento del tesoro americano in cui comparivano i nomi di 210 personaggi legati al Cremlino che rischiavano di finire sotto sanzione. «Presumo che questo fatto da solo ci precluda la possibilità di sostenere ST in questa impresa», si chiudeva l’email.

In un’altra corrispondenza, ST invia alla banca un accordo di noleggio tra SOS Limited e una società di Hong Kong per la quale Avcon Jet fornirà il velivolo. Dall’ufficio compliance della banca chiedono più volte a ST di sapere i titolari effettivi della società anonima di Hong Kong, ma non ottengono risposta. La banca Cayman National non ha risposto alle domande dei giornalisti in merito alle conseguenze che hanno avuto i rilievi fatti dal compliance manager della banca.

Nel leak si trova però dell’altro: nel giugno dell’anno precedente, ST aveva fornito qualche risposta a dei dubbi simili in merito alle connessioni con la Russia di SOS Limited e di Avcon Jet Limited. Aveva specificato che la maggioranza degli aerei che utilizzano sono registrati in Germania, Austria e Gran Bretagna. «Non abbiamo un coinvolgimento diretto nella gestione quotidiana degli aerei», aveva specificato, a meno che non si tratti dei jet con una targa dell’Isola di Man per i quali è coinvolta un’altra entità, IOM Executive Aviation Limited, sempre controllata da ST, «che ha connessioni con i russi». Anche quest’ultima compare tra i pochi destinatari dei bonifici di Avcon Jet Limited. In altri termini, sono tutte scatole cinesi del sistema Avcon Jet.

Pyxis Aviation, l’intermediario voluto da UniCredit Bank Austria

Tra gli aerei gestiti da Avcon Jet, c’è un altro Embraer Legacy 600, questa volta registrato all’Isola di Man, con targa M-ESGR. Questo jet nel 2016 è stato venduto dal proprietario, UniCredit Global Leasing Export Gmbh, perché i clienti che hanno sottoscritto il contratto non hanno pagato il canone. Vendere il bene è l’unico modo che ha la società per rientrare dai mancati introiti. Solo che questa cessione ha qualche elemento anomalo, in particolare per quanto riguarda l’intermediario che ha trovato i clienti.

Tutti gli oligarchi del jet targato M-ESGR

Fin dal 2007, i miliardari che usano il jet Embraer Legacy 600 con targa M-ESGR, la cui identità è sempre schermata da società nei paradisi fiscali, non pagano il nolo. Forse è colpa delle guerre carsiche che attraversano l’oligarchia russa e ucraina fin da quando Vladimir Putin è salito al potere, nel 1999. Prima, tra il 2007 e il 2009, non fu in grado di pagare il fondatore del fondo d’investimento russo Industrial Investor Group, Sergey Generalov, poi, dal 2010, il magnate Konstantin Grigorishin, imprenditore dell’acciaio e dell’industria petrolifera.

Generalov fu un ministro dell’Energia e magnate di diverse imprese un tempo di Stato ai tempi di Boris Eltsin, una generazione di oligarchi mai sostenuta da Putin. Grigorishin, invece, in diverse interviste ha dato prova di essere un acceso sostenitore delle sanzioni contro la Russia di Vladimir Putin, ma dallo scorso novembre le quote delle sue società sono state confiscate, insieme a quelle di altri cinque controversi oligarchi d’Ucraina, dal governo di Kyiv in quanto le loro aziende «hanno un valore strategico».

Per Grigorishin, socio in affari di diversi ex politici ucraini, i guai cominciarono già nel 2016: a maggio, il Tribunale moscovita di Basmanny ne ordinò l’arresto per un’evasione fiscale da circa 9,2 milioni di euro. Sia Generalov, sia Grigorishin non sono stati infatti in grado di pagare il canone previsto dal contratto con la società di leasing di UniCredit per poter utilizzare l’aereo. Chiudere il contratto e vendere il mezzo, quindi, per la società di leasing significa cercare di rientrare dal passivo provocato dai mancati pagamenti.

Dalla perizia di prevendita del velivolo, datata agosto 2016, risultano tre broker che avrebbero dovuto occuparsi di trovare sul mercato un nuovo proprietario per il jet. Invece, a settembre 2016, ne subentra un quarto, Pyxis Aviation Group, una società con sede a Malta. Avcon Jet ha anche lei una sede sull’isola, a Sliema, il cui legale rappresentante è lo stesso di Pyxis. Quest’ultima è titolare di un contratto esclusivo di marketing per la cessione del Legacy 600 a fronte di una commissione del 2,5%. Dai documenti non è possibile stabilire se poi sia stata corrisposta all’intermediario.

Uno dei dipendenti della società di leasing di UniCredit, a settembre 2016 aveva già trovato un potenziale acquirente, con un uno dei tre broker iniziali. Lo dimostra uno scambio di email interne, ottenuto da ZackZack. Lo stesso dipendente, di cui non riveliamo il nome per potenziali ripercussioni nei suoi confronti, è però stato in seguito allontanato perché non ha rispettato le indicazioni giunte dal quartier generale: «Bank Austria (Zadrazil) ci ha ora chiesto di cedere il contratto a Pyxis Aviation». La mail ammette che ci sono stati «problemi» in passato, ma precisa che il rapporto commerciale è duraturo e consolidato. Il nome tra parentesi si riferisce a Robert Zadrazil, il numero uno della banca austriaca di UniCredit. Amministratore delegato di Bank Austria dal 2016, dal 2018 è anche presidente del Comitato di vigilanza della Oesterreichische Kontrollbank, il fornitore di servizi finanziari centrale dell’Austria, controllato a sua volta dalle banche commerciali austriache e azionista in varie società d’investimento. In altri termini, è uno dei più importanti banchieri dell’Austria.

I jet al centro dell’inchiesta

Già nel 2017, ZackZack aveva scritto che Zadrazil volava con un jet operato da Avcon Jet. Proprietario del velivolo sarebbe stato un lobbista che ha lavorato parecchio con Bank Austria. L’aeromobile in questione avrebbe un contratto di leasing dal 2015 con Baca Hydra, una società di leasing controllata da UniCredit Austria. Alla fine il jet è stato venduto da un quinto broker a un prezzo finale inferiore di 1,5 milioni di dollari rispetto a una prima offerta ottenuta per il mezzo.

Tre vendite lo stesso giorno

Nuovo aereo, nuovo caso sospetto. Il jet Gulfstream G280 targato OE-HKT fino al 12 luglio 2022 è stato operato da Avcon Jet. Quel giorno è stato ceduto tre volte di seguito. Gli atti di vendita hanno la carta intestata del Dipartimento dell’aviazione del ministero dei Trasporti degli Stati Uniti. Il primo documento alla voce «venditore» dice solo «venditore straniero».

L’acquirente è Pyxis Aviation, il broker maltese collegato ad Avcon. Il documento riporta come orario di «cessione registrata» le 11:06. Allo stesso identico orario, è registrato anche un seconda vendita: a cedere sono il solito «venditore straniero» insieme a Pyxis Aviation, a comprare è una società inglese, di cui, alle 11:07, è registrato un altro atto di vendita (venditori: la società inglese e il solito anonimo, che permane) e acquirente finale una società statunitense. È un accordo back-to-back, una forma contrattuale per cui c’è una terza parte – in questo caso duplice: sia Pyxis Aviation, sia la società inglese – che si interpone tra acquirente e cedente per accollarsi una serie di responsabilità e soprattutto incassare una percentuale.

Il leasing dei velivoli: come funziona

Per trovare il «venditore straniero» si deve cercare nel documento con il quale l’aereo viene depennato dal registro aeronautico austriaco, sempre il 12 luglio 2022. La cancellazione avviene tutte le volte che un velivolo viene ceduto e registrato da un’altra autorità aeronautica. Alla voce «ultimo operatore» si legge «Avcon Jet», alla voce «ultimo proprietario», si legge «Baca Hydra Leasing». Una lettera di intenti per la vendita dell’aereo testimonia però che già il 19 maggio 2022, due mesi prima della tripla cessione, era già stato trovato lo stesso acquirente finale.

UniCredit smentisce ogni ricostruzione: «In linea di principio non facciamo commenti su potenziali clienti o su singoli casi aziendali, ma vorremmo richiamare la vostra attenzione sul fatto che la maggior parte delle affermazioni da voi fatte sono di fatto errate. Inoltre, vi preghiamo di notare che UniCredit e le sue controllate rispettano sempre scrupolosamente tutte le normative legali nazionali e internazionali, in particolare per quanto riguarda il riciclaggio di denaro e le sanzioni finanziarie, e le applicano nella misura più ampia e rigorosa. Pertanto, respingiamo fermamente l’affermazione che UniCredit abbia intrattenuto rapporti d’affari con persone sottoposte a sanzioni», è la risposta dell’ufficio stampa della banca.

Alla fine le tre vendite sembrano aver avuto quindi un doppio scopo: da un lato tenere coperto il nome di Baca Hydra; dall’altro inserire a forza un broker, Pyxis Aviation, che sei anni prima aveva partecipato a un trattativa di vendita (con conseguente guadagno) per l’esplicita volontà dell’amministratore delegato di UniCredit Bank Austria, Robert Zadrazil. Per due volte, in uno schema ricorrente, un intermediario inizialmente escluso dalla partita, rientra in una vendita che passa da una società di leasing di UniCredit. Resta però un interrogativo: qual è stato il vantaggio economico ottenuto da UniCredit impiegando Pyxis come broker per la vendita degli aerei?

Aggiornamento del 7 aprile: il sommario dell’articolo è stato modificato per riflettere più puntualmente il contenuto dell’inchiesta

CREDITI

Autori

Lorenzo Bagnoli
Benjamin Weiser

In partnership con

ZackZack

Editing

Giulio Rubino

Illustrazioni

Lorenzo Bodrero

Foto di copertina

milanvirijevic/Getty