Il tesoro degli oligarchi
Un progetto per fare luce sulla ricchezza degli oligarchi, nascosta fuori dalla Russia e sepolta sotto scatole societarie offshore in paradisi fiscali che garantiscono ai capitali dei fedelissimi di Putin l’anonimato più totale

#RussianAssetTracker

La guerra di Vladimir Putin in Ucraina, e le nuove vecchie paure che ha risvegliato in Occidente, sembrerebbero aver riportato in auge dei concetti politici che pensavamo crollati assieme al muro di Berlino. Ma le somiglianze con l’era tramontata dei blocchi contrapposti restano al livello delle analisi più superficiali.

La Russia di Putin, in un processo partito a gran velocità già dal giorno zero del crollo del comunismo, è oggi pienamente inserita nel sistema neoliberistico mondiale e le interdipendenze economiche fra di essa e il resto del mondo sono una rete ormai impossibile da sciogliere.

La particolarità del sistema russo però, è di aver portato ancor più all’estremo la concentrazione della ricchezza in pochissime, dispotiche mani.

La maggior parte di questa ricchezza è nascosta fuori dalla Russia, ed è uno dei bersagli principali della politica di sanzioni messa in atto dall’Occidente. Purtroppo è nascosta bene, difficile da individuare anche per gli investigatori più abili, sepolta sotto scatole societarie offshore in paradisi fiscali che garantiscono ai capitali degli oligarchi l’anonimato più totale.

È per questo che IrpiMedia, assieme a OCCRP, The Guardian e altri 23 partner, ha dato vita al progetto #RussianAssetTracker, che continueremo ad aggiornare costantemente nei prossimi mesi.

Nell’ultimo ventennio, un circolo ristretto di oligarchi ha sostituito la precedente generazione di “saccheggiatori” del patrimonio pubblico ex-sovietico, garantendosi un tenore di vita difficile anche da sognare, tra jet privati, ville di lusso, yacht grandi come palazzi.

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CREDITI

Autori

Cecilia Anesi
Raffaele Angius
Lorenzo Bagnoli
Lorenzo Bodrero
Matteo Civillini
Giulio Rubino

In partnership con

OCCRP

Infografiche/Illustrazioni/Mappe

Lorenzo Bodrero
Lorenzo Dessì
OCCRP

Editing

Lorenzo Bagnoli
Giulio Rubino

Foto di copertina

OCCRP