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Prelati e mediatori per portare armi italiane in Polonia
Con l’arrivo di Andrzej Duda al potere in Polonia salta l’accordo del precedente governo con la francese Airbus per la vendita di elicotteri militari. Il nuovo appalto viene vinto da Leonardo. Tra i due eventi, le lettere di Mario Benotti e Zygmunt Zimowski
28 Giugno 2022
Alessandro Leone
Fabio Papetti
Il mestiere dell’intermediario nei grandi accordi internazionali tra aziende e governi è un ruolo tanto cruciale quanto a volte misterioso.
Spessissimo infatti senza l’aiuto di qualcuno che possa fare da “ponte” fra un’azienda e un committente straniero i contratti non si vincono, ma le regole che limitano il campo e le modalità d’azione per questi broker sono molto diverse fra paese e paese.
Proprio per questo, attorno al lavoro di queste figure finiscono spesso per concentrarsi le attenzioni della magistratura, che in Italia in modo particolare si sforza di indagare presunti casi di traffico di influenze o di corruzione internazionale, finendo però spesso impantanata nelle pieghe di sistemi giuridici diversissimi, che a seconda del paese sanzionano o meno certi comportamenti.

Ma nonostante i rischi connessi, quello dell’intermediario è un lavoro che permette a volte di fare enormi somme con relativamente poca fatica, sfruttando conoscenze e amicizie preesistenti che garantiscono la giusta introduzione, la giusta stretta di mano, un invito alla giusta riunione.

È proprio questo tipo di contatto che Mario Benotti, imprenditore e giornalista vaticanista RAI, in aspettativa, va a cercare tramite il suo amico l’arcivescovo Zygmunt Zimowski con il presidente della Polonia Andrzej Duda.

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Zygmunt Zimowski – Foto: Superwizjer TVN

Duda non era ancora al potere quando questa storia ha inizio. Nel giugno del 2015 infatti Airbus aveva raggiunto un accordo con il governo precedente per la vendita di nuovi elicotteri per l’esercito polacco, ma quello stesso anno cambia il governo, e il nuovo esecutivo non sembra soddisfatto dell’accordo raggiunto dal precedente.
Benotti intuisce che la partita è forse ancora aperta, e fa del suo meglio per favorire l’italiana Leonardo, che aveva perso la gara d’appalto iniziale.

L’ufficio di Duda ha ammesso di aver ricevuto la lettera di intercessione dell’arcivescovo Zimowski a nome di Benotti, ma dice che «la questione non è stata portata avanti». A fine 2015 però, l’accordo con Airbus è stracciato, con gran disappunto dell’azienda francese, e quattro anni dopo, nel 2019, Leonardo si aggiudica la commessa.

L’appalto

Ma andiamo con ordine. È il 2012 e il governo polacco del presidente Bronisław Komorowski, esponente della Piattaforma Civica, bandisce, con l’obiettivo di modernizzare l’esercito, una gara d’appalto per l’acquisto di 50 elicotteri multiruolo. Il budget si attesta attorno ai 3 miliardi di euro.

A entrare nella fase di negoziazione sono tre aziende: l’americana Sikorski, che produce i Black Hawk nella città di Mielec, la francese Airbus, con il modello Caracal, e l’italiana Leonardo, tramite la sua controllata italo-britannica Agusta-Westland, che nel 2010 ha acquisito l’azienda polacca PZL-Świdnik. Il 21 aprile del 2015 solo i Caracal passano alla fase di collaudo che, una volta superata, apre ad Airbus la strada per l’offerta finale.

Nel frattempo, le elezioni presidenziali stravolgono il panorama politico polacco. Al secondo turno, il 24 maggio, Andrzej Duda sconfigge Komorowski ma bisogna aspettare cinque mesi prima della vittoria del suo partito, Diritto e Giustizia (PiS), sui rivali centristi ed europeisti della Piattaforma Civica alle elezioni parlamentari. Nel periodo che intercorre tra un’elezione e l’altra, la transizione verso il nuovo esecutivo cambia le sorti dell’appalto.

Il 25 giugno infatti, il ministero della Difesa polacco annuncia la vittoria di Airbus nella gara per la fornitura degli elicotteri Caracal, ma la partita non è ancora chiusa.

Fabrizio Landi (primo da sinistra) partecipa alla cena di beneficenza organizzata per la Human Health Foundation, in cui Mario Benotti è consigliere.

Il giorno dopo Mario Benotti scrive una lettera, datata 26 giugno 2015, diretta all’arcivescovo e presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale degli Operatori Sanitari Zygmunt Zimowski, in cui chiede un incontro con il neo presidente Duda preferibilmente prima del 20 luglio. Il prelato e l’intermediario si conoscevano da tempo, come dimostra una foto scattata durante una visita nel giugno 2011 all’Istituto Sbarro, un istituto di ricerca genetica con sede a Philadelphia e un laboratorio all’Università di Siena. Nel testo della lettera compare anche un altro nome, quello dell’ingegnere Fabrizio Landi, membro del consiglio di amministrazione di Leonardo all’epoca del governo Renzi, indicato nella lettera come “amico e consigliere”.

Non è chiaro dalla corrispondenza acquisita per questa inchiesta se alla fine l’incontro sia avvenuto davvero, né se la lettera sia un’iniziativa personale di Mario Benotti, o se invece abbia agito su richiesta di altri. Né Leonardo né Fabrizio Landi hanno risposto alle domande in merito. Nella corrispondenza acquisita però, Benotti non fa mistero della ragione per cui chiede l’incontro con Duda tramite l’arcivescovo Zimowski.

Grazie anzitutto per il Suo affetto e la Sua cortesia. E grazie, soprattutto, per la Sua viva intelligenza che Le ha consentito di inquadrare subito il problema che Le ho rappresentato insieme all’amico e Consigliere Ing. Fabrizio Landi.

In allegato troverà la nota promessa: è di ogni evidenza che l’azione è volta alla salvaguardia della produzione in Polonia e dunque al mantenimento e forse all’implementazione dei posti di lavoro dei dipendenti polacchi del Gruppo e delle ulteriori tante centinaia che lavorano nell’indotto delle fabbriche. 

[…] parrebbe opportuno chiedere – con prudenza – la possibilità di essere riservatamente ricevuti nel più breve tempo possibile, possibilmente prima del prossimo 20 luglio.

 

La lettera scritta da Benotti a Zimowski il 26 giugno 2015, un giorno dopo la vittoria di Airbus nella gara per la fornitura di elicotteri.
Facendo appello alla comune devozione per papa Giovanni Paolo II, Benotti ottiene l’intercessione di Zimowski, che l’1 luglio scrive a Duda per organizzare l’incontro, con la speranza di vedersi presto a Stary Sacz, città dove il neopresidente ha famiglia ed è cittadino onorario dal 2016 e dove l’arcivescovo ha festeggiato il quarantesimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale.
L’arcivescovo Zygmunt Zimowski (al centro in nero) visita lo Sbarro Institute insieme a Mario Benotti (ultima fila, centro-destra).

Durante la campagna elettorale, Zimowski aveva già elogiato il programma politico di Duda perché a suo avviso vicino agli insegnamenti di Karol Wojtyla. Il rapporto tra il prelato e il presidente polacco è stato confermato anche dalla nipote di Zimowski, che si è presa cura di lui prima della morte. Questo è il contenuto della lettera dell’arcivescovo al presidente polacco: 

Mando un saluto caloroso dal Vaticano, e trasmetto la richiesta dei nostri amici italiani riguardo alla fabbrica di elicotteri di Swidnik. In una lettera, l’onorevole Mario Benotti ha chiesto di incontrare il presidente insieme all’ingegner Landi, se possibile prima del 20 luglio. La lettera contiene tutti i dettagli di contatto. 

Ancora una volta, saluti e promesse di preghiere con la speranza di un primo incontro a Stary Sacz 

Il 6 agosto Zimowski partecipa alla cerimonia di insediamento del nuovo presidente e il 2 settembre scrive una lettera a un ministro non identificato per ringraziarlo dell’opportunità, offrendo “ulteriori informazioni sulla produzione degli elicotteri” nello stabilimento di Świdnik. 

Caro Ministro,

Saluti dalla Città Eterna e ulteriori informazioni sulla produzione di elicotteri a Swidnik, che ho ricevuto dal Prof. Mario Benotti in riferimento alla sua lettera del 26 giugno. 

La prego di trasmettere i miei sinceri saluti e complimenti al signor presidente Duda, e anche i miei ringraziamenti per l’opportunità di partecipare con il mio segretario KS. Pralat Piotr Supierz alla cerimonia di giuramento a Varsavia
Vi aspettiamo in Vaticano

Con saluti e preghiere

Lettera di Zimowski a un ministro non meglio identificato, 2 settembre 2015.

Dopo la vittoria del PiS alla elezioni parlamentari del 25 ottobre, il presidente Duda viaggia con la moglie da doppio vincitore in Vaticano e suggella la sua amicizia con l’arcivescovo. Zimowski viene insignito dal leader di Diritto e Giustizia della Croce di Commendatore con Stella dell’ordine della Polonia Restituta. Morirà meno di un anno dopo, il 12 luglio 2016.

Il nuovo vincitore

A prescindere dall’efficacia o meno del tentativo di mediazione di Benotti, è evidente che il nuovo governo polacco non è soddisfatto dell’accordo raggiunto dal suo predecessore con Airbus.
Il contratto con la francese Airbus viene annullato, e il 30 settembre 2015 iniziano le trattative per un accordo di compensazione, che andranno avanti fino al 4 ottobre 2016.

Alla fine delle trattative Airbus, tramite il suo CEO di allora Tom Enders, afferma di «non essere mai stata trattata così da alcun cliente». François Hollande, in quel momento presidente della Francia, è infuriato e annulla diverse visite ufficiali, dichiarando di voler ridefinire la cooperazione tra i due paesi nel campo della difesa.

Di diverso avviso il governo polacco, che motiva il mancato raggiungimento dell’accordo con l’assenza di maggiori sicurezze sull’impiego dei lavoratori polacchi nei vari stabilimenti di fabbricazione.

All’inizio del 2017 il governo polacco capeggiato da Duda riapre l’appalto per la fornitura degli elicotteri. Le aziende che rimangono in gara sono Leonardo e Sikorsky, entrambe proprietarie di impianti in Polonia dove poter costruire gli elicotteri. Il risultato arriva all’inizio del 2019: il vincitore è Leonardo, a cui va l’appalto da 360 milioni di euro per la fornitura di quattro elicotteri AW101. Nello stesso anno nasce Leonardo Polonia.

Elicottero AW101 di Leonardo. Foto di Superwizjer TVN.
Il caso dei troll
Il governo polacco ha iniziato i negoziati di compensazione per aver rifiutato la proposta degli elicotteri di Airbus verso la fine del 2015, per poi concludere in maniera definitiva solo il 4 ottobre 2016. Ma nel periodo che intercorre tra queste due date si è verificata un’insolita attività su internet. Nei primi mesi del 2016 sono comparsi una serie di profili falsi su Twitter che hanno iniziato una vera e propria campagna di diffamazione verso il modello di Airbus e allo stesso tempo un’esaltazione degli elicotteri di Leonardo. Già da maggio 2016 nascono i primi account, e verso la fine dell’anno la cifra arriva a 40 profili falsi. I testi gli sono forniti già scritti e tutto quello che devono fare è twittare nuovamente le frasi. I più scrivono per insultare o minacciare il ministero della difesa polacco Błaszczak, con tweet del tipo «Błaszczak dev’essere picchiato». Altri professano il loro odio per gli F-35. Entrambi i formati «menzionano il ministro della Difesa nazionale o alcuni responsabili del partito del governo per suscitare una qualche reazione, in modo da influenzare e di fatto condurre un’azione di disinformazione», afferma Wojciech Cieśla della Fundacja Reporterów. Nei due anni successivi di questa battaglia digitale si sono registrati un totale di oltre 2000 menzioni degli elicotteri Leonardo. Questi cosiddetti troll sarebbero stati immessi nei server polacchi da una factory che produce account finti gestita dalla società Cat@Net.

Alle domande sulla corrispondenza tra Benotti e Zimowski e sull’accordo per la vendita degli AW101 alla Polonia, Leonardo non ha dubbi nel rivendicare che tutto sia avvenuto secondo le regole: «L’acquisizione degli AW101 è stata finalizzata nel 2019 dopo circa due anni di attenta valutazione da parte delle Autorità polacche e sulla base dell’evoluzione dei requisiti nazionali. La gestione delle negoziazioni è avvenuta in linea con le modalità previste dalle Autorità polacche per i programmi di approvvigionamento militare».

Dopo aver rescisso il contratto, nel dicembre 2021 la Polonia ha pagato ad Airbus una compensazione di circa 17 milioni di euro. A una richiesta di commento, la società francese ha dichiarato che: «Il governo polacco e Airbus Helicopters hanno chiuso positivamente e definitivamente il capitolo Caracal con un accordo amichevole riservato. Il governo polacco e Airbus Helicopters sono ora impazienti di costruire il futuro dell’industria elicotteristica a Lodz, nel centro di ricerca e innovazione all’avanguardia di Airbus Helicopters, e di rispondere alle future esigenze elicotteristiche del Paese».

I mediatori

Tra i bianchi palazzi storici nel centro di Roma si trova l’ufficio di Benotti. Il programma Superwizjer ha cercato di raggiungerlo ma non è riuscito a trovarlo. Alla fine è riuscito a contattarlo al telefono. «Perché ha scritto al vescovo Zimowski chiedendo un incontro riservato con il presidente Duda?». «Non capisco cosa intendiate, arrivederci», ribatte l’imprenditore, poco prima di riattaccare. Invita poi il programma a inviargli le domande via mail, ma risponde a queste solo con una minaccia di querela.

Partito come giornalista RAI per le questioni vaticane, Mario Benotti è sempre riuscito a combinare efficacemente questo lavoro con quello dell’imprenditore. Nel suo CV si legge che negli anni ’90 ha frequentato la Pontificia Università Lateranense e che successivamente ha seguito l’allora papa Giovanni Paolo II nelle sue missioni all’estero. Forse è in quelle occasioni che ha conosciuto Mons. Zygmunt Zimowski. I due sono accomunati dallo stesso campo d’azione: le società di Benotti, Microproducts it e Partecipazioni Spa, sono attive nel campo delle biotecnologie, mentre l’arcivescovo è stato dal 2009 fino alla sua morte nel 2016 Presidente del consiglio pontificio della pastorale per gli operatori sanitari.

Ma le conoscenze dell’imprenditore in ambito ecclesiastico non si fermano qui. Tra i suoi legami troviamo Ettore Gotti Tedeschi, presidente dello IOR, costretto a dimettersi nel 2012. È grazie a lui che Benotti incontra Francesca Immacolata Chaouqui, laica ma, insieme al Mons. Lucio Angel Vallejo Balda, membro della Cosea, la commissione referente vaticana sui tagli di spesa. Con lei Benotti e Balda condivideranno le accuse nell’indagine del 2015 Vatileaks II, in cui i procuratori accuseranno Balda e Chaouqui rispettivamente di divulgazione di informazioni private e di concorso in divulgazione. Benotti sarà indagato per aver chiesto al marito della Chaouqui, esperto di informatica, di reperire in maniera illecita dei dati privati per uso personale. Il processo è stato archiviato dopo tre anni e le accuse contro l’imprenditore sono cadute.

Ma le attività imprenditoriali di Benotti non si fermano qui. Dal 2011 al 2013 è stato membro del cda della Banca Popolare di Spoleto. Alla fine del 2013 parte del cda, incluso Benotti, e dei dirigenti e consiglieri di Bps vennero accusati a vario titolo di bancarotta fraudolenta, omessa comunicazione di conflitto d’interessi, intermediazione usuraria, ostacolo delle autorità pubbliche di vigilanza. L’indagine è stata archiviata ma Benotti, insieme ad altri accusati, viene sanzionato dalla Banca d’Italia con una multa di 84.000 euro per violazione di regole bancarie.

Nel 2015 ha fatto parte dell’entourage del sindaco di Firenze Dario Nardella, prima di dimettersi per Vatileaks II. Sempre nel 2015 viene nominato dall’allora sottosegretario alla presidenza del consiglio Gozi come capo della segreteria particolare. È lui il tramite tra Benotti e Fabrizio Landi, imprenditore di successo nel campo delle biotecnologie. I due sono amici e lo hanno dimostrato in più occasioni, mentre il primo cita Landi nei suoi articoli, questo lo difende quando interpellato sui casi che lo hanno coinvolto. Anche dal punto di vista imprenditoriale i due operano in campi simili: Benotti, infatti, è presidente del consorzio Optel di cui ha fatto parte Leonardo fino al 2015. Secondo quanto detto da Benotti stesso infatti, il rapporto tra Leonardo e Optel si sarebbe concluso ben sette anni fa, ma dal sito web del consorzio si legge di una notizia datata 10 ottobre 2016 in cui si annuncia la firma di uno strategic agreement tra Optel e Leonardo.

Nel marzo del 2020, all’inizio del lockdown per il Covid-19, Domenico Arcuri viene nominato dall’allora premier Giuseppe Conte Commissario per l’emergenza pandemica. Vista la corsa alle mascherine durante i primi mesi di pandemia, anche Arcuri cerca di procurarsene il più possibile. Qui ritorna nuovamente Benotti come utile intermediario, grazie all’intercessione del segretario di stato del Vaticano Pietro Parolin. L’accordo finale porta infatti in Italia oltre 800 milioni di mascherine pagate 1,25 miliardi di euro a tre diverse società cinesi, la Loukai Trade, la Wenzhou Light Industrial e la Wenzhou Moonray. Sospetti iniziano a nascere per i vari attori in gioco: la Wenzhou Light, infatti, era già finita tra i radar della Banca d’Italia per alcuni bonifici bancari ricevuti da aziende italiane coinvolte in frodi fiscali e la Loukai Trade risulta essere nata come azienda appena cinque giorni prima dell’accordo finale. A capo di quest’ultima, ci sarebbe Cai Zhongcai, cittadino cinese residente a Roma est nella zona del Quadraro, con il compito di tener conto del denaro inviato dallo Stato italiano e ridistribuirlo tra gli intermediari.

Tra questi compare il nome di Benotti, che riceve un bonifico di 11.948.852 euro come compenso per l’intermediazione. Le indagini sul caso portano ad accusare l’imprenditore di traffico illecito di influenze, in quanto “occulto, svolto al di fuori di un ruolo professionale/istituzionale e fondato sulle relazioni personali con lo stesso Arcuri”. Proprio il commissario a ottobre 2021 viene accusato di abuso d’ufficio per aver pagato la somma di denaro richiesta per il carico di mascherine, sapendo che in essa era inclusa la commissione dei quasi 12 milioni di euro per Benotti. Ad oggi si sono chiuse le indagini e si aspetta l’inizio del processo.

Landi-Renzi-Benotti: amici degli amici

Fabrizio Landi e Mario Benotti sono accomunati dalle loro amicizie politiche. Entrambi sono vicini alla sfera politica di Matteo Renzi, soprattutto nel periodo in cui è stato prima sindaco di Firenze e poi presidente del consiglio. Landi infatti compare nell’indagine sulla Fondazione Open come finanziatore di Renzi per la sua fondazione: è il 2012 quando Landi decide di donare 10 mila euro a Open. Nell’aprile 2014, poco dopo la salita al potere, Renzi nomina Landi nel cda di Leonardo. L’imprenditore viene poi riconfermato nel 2017, stesso anno in cui si riapre il bando per la fornitura di elicotteri in Polonia.

Benotti invece non ha a che fare direttamente con Renzi, ma la sua carriera come consulente e segretario di politici parla renziano. È stato contemporaneamente consigliere del Sottosegretario alla presidenza del consiglio Sandro Gozi e del sindaco di Firenze Dario Nardella, entrambi nel PD di Renzi, da maggio a novembre 2015. Benotti si è successivamente dimesso in seguito allo scandalo Vatileaks II, ma pochi mesi dopo viene nominato come consulente dall’allora ministro del lavoro Poletti, scelto a sua volta da Renzi.

Quest’ultimo rimane al governo fino al dicembre 2016, due mesi dopo la fine delle trattative di compensazione tra la Polonia e Airbus.

I retroscena

Quest’anno sono state divulgate alcune mail della casella di posta elettronica di Michał Dworczyk, capo della cancelleria del primo ministro Mateusz Morawiecki, braccio destro di Duda. Il contenuto mostrerebbe che nel 2015, ancor prima di salire al potere, gli esponenti di Diritto e Giustizia avevano già deciso di respingere l’accordo per i Caracal di Airbus in caso di vittoria. Da quel momento, la Polonia ha acquistato solo quattro elicotteri Black Hawk prodotti a Mielec e altri quattro di Leonardo per oltre 322 milioni di euro. Per gli elicotteri italiani ha pagato in media 86 milioni ciascuno, mentre con i Caracal avrebbe risparmiato circa 22 milioni per ogni esemplare.

Il ministro della Difesa all’epoca dello scioglimento del contratto con Airbus, Antoni Macierewicz, ha preferito non rispondere alla domande di Superwizjer. Sui contatti di Duda con Benotti e Zimowski, l’Ufficio del presidente ha risposto così: «Vi informiamo gentilmente che il 1° luglio 2015 l’Arcivescovo Zygmunt Zimowski ha informato per iscritto il Presidente eletto di una richiesta ricevuta dal signor Mario Benotti per un possibile incontro con il Presidente eletto. Questa informazione è stata accettata, ma la questione non è stata portata avanti. Inoltre, vorremmo informarvi che la Cancelleria del Presidente della Repubblica di Polonia non è il destinatario appropriato per le domande riguardanti le attività del Presidente della Repubblica di Polonia prima del suo insediamento».

Lettera di Zimowski al neo presidente Duda, 1 luglio 2015.

Leonardo e il governo polacco hanno recentemente raggiunto un accordo anche per l’acquisto di 32 AW149, o più precisamente per i diritti di produzione nella fabbrica di Swidnik. Gli elicotteri saranno prodotti in tre diverse varianti di combattimento, con un contratto che potrebbe raggiungere, secondo Banca Akros, la cifra di 1 miliardo e 100 milioni di euro, pari al 7,7% dell’obiettivo di nuova raccolta ordini per il 2022 di Leonardo.

CREDITI

Autori

Alessandro Leone
Fabio Papetti

Editing

Giulio Rubino

In partnership con

Superwizjer TVN
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