#MediterraneoCentrale
L‘Italia è il Paese europeo più esposto al fenomeno dell’immigrazione irregolare e, di conseguenza, al suo contrasto. I provvedimenti italiani hanno modellato l’approccio europeo, introducendo strategie antimafia e collaborazioni tra autorità europee e libiche per catturare i trafficanti di uomini. Su carta, è l’obiettivo numero uno dell’azione europea. In termini di condanne, però, nonostante gli sforzi, i risultati sono ancora scarsi: a finire in carcere, di solito, sono gli “scafisti”, i migranti che guidano i barconi, e altri membri di poca importanza. Mai, invece, i vertici delle varie organizzazioni.
Dalla caduta di Gheddafi, nell’ottobre del 2011, in Libia si è formata una nuova classe dirigente criminale, che ha costruito il proprio potere economico e d’intimidazione sul contrabbando di uomini e gasolio. Alcune delle milizie coinvolte controllano l’ovest del Paese, vicino al confine con la Tunisia: da qui partono i migranti e qui ha sede il più importante impianto petrolifero di Eni nel Paese, a Mellitah.
Quest’area, la Tripolitania, dal 2016, è stata più vicina al Governo di accordo nazionale (Gna), formazione sostenuta dall’Onu, a cui si oppone il generale dell’Esercito nazionale libico Khalifa Haftar, la cui roccaforte storica è in Cirenaica, est della Libia. Gna e Enl sono i principali attori del conflitto civile che sta consumando il Paese da anni.
Il naufragio da cui tutto ebbe inizio
Accadde il 3 ottobre del 2013: un barcone stracarico di persone si ribaltò a largo di Lampedusa. I morti accertati furono 366. Fu il primo naufragio di queste dimensioni in acque italiane, una data spartiacque. La comunità cattolica scoprì la «vergogna», sussurrata con rabbia da Papa Francesco nel microfono. La politica italiana, dopo i balbettii iniziali, riuscì a lanciare la prima e unica missione umanitaria condotta dalla Marina militare fino ad oggi: Mare Nostrum. E l’opinione pubblica scoprì i trafficanti di uomini. Accusato di essere il mandante di quella strage, il criminale dietro il viaggio della morte, è un etiope, Ermias Ghermay, dal giugno 2018 sotto sanzioni delle Nazioni Unite.
In questo contesto così frammentato, il Governo italiano, con il supporto dell’Unione europea e della sua agenzia di pattugliamento dei confini Frontex, ha formato ed equipaggiato la Guardia costiera libica. Lo scopo: fermare i trafficanti di uomini e gasolio. Il problema, però, è che le stesse milizie formate dagli italiani sono quelle che comandano il contrabbando, in particolare nella città di Zawiya.

Calabria, la seconda porta per l’Italia
La rotta migratoria che dalla Turchia porta alle coste calabresi è in continuo aumento, anche prima della strage di Steccato di Cutro. Cronache dal futuro hotspot di Roccella Jonica

SSA, i nuovi predoni della Libia
Il Security support apparatus è una milizia che ha conquistato un enorme potere. Legittimata da Tripoli e appoggiata dagli oppositori dell’est, guadagna sia da finanziamenti pubblici che da attività illecite

L’organizzazione marittima dell’ONU sta facilitando i crimini nel Mediterraneo?
Senza il riconoscimento di una zona di salvataggio da parte delle Nazioni Unite, la Guardia costiera libica non potrebbe operare. Diverse voci chiedono la revoca della zona di salvataggio, ma i finanziamenti europei continuano ad arrivare

Il centro di Al-Mabani è chiuso, ma le milizie sono ancora impunite in Libia
Era una delle prigioni per migranti dove avvenivano le peggiori atrocità. La notizia è positiva, ma non del tutto. Nel Paese, intanto, cresce la tensione tra gruppi politici rivali

Mohamed al-Khoja, chi è il capo milizia a capo delle prigioni dei migranti in Libia
È stato per anni il responsabile di Tarik-al-Sikka, struttura nota alle Nazioni Unite per le continue violazioni dei diritti umani. Eppure il governo libico lo ha promosso a supervisore di di circa 15 centri

Quale futuro per la Libia, avamposto del contrabbando nel Mediterraneo
Il Paese attendeva di andare alle urne a dicembre. Dalla stabilità libica dipendono i destini dei traffici mediterranei e non solo dei migranti, sempre più merce di scambio politico

Indagini, esposti, procedimenti giudiziari: Frontex sotto accusa
Dai rapporti con la Guardia costiera libica alle inefficaci procedure di verifica interna, perché è sempre più ampio il fronte di chi contesta l’agenzia per il pattugliamento dei confini europei

Perché per i migranti climatici il Mediterraneo sarà sempre peggio
Dalla vicenda di Asso 28 alla traversata di Aliou Candé: gli effetti dell’esternalizzazione delle frontiere mediterranee viste da The Outlaw Ocean Project

Cosa non torna nelle condanne per la “strage di Ferragosto”
Otto condannati, a 20 e 30 anni di carcere, in attesa della Cassazione. I metodi d’indagine, però, lasciano dei dubbi: nelle carte processuali si trovano allusioni e testimonianze contraddittorie

Mediterraneo, decenni di scaricabarile sui migranti
Mentre i governi si sottraggono alle loro responsabilità, le operazioni di ricerca e salvataggio sono obbligate a gestire la crisi dei migranti del Mediterraneo

Giornalisti intercettati: la polvere sotto il tappeto di quell’accordo indicibile
Il caso delle conversazioni intercettate dei giornalisti nell’ambito dell’inchiesta di Trapani sulle Ong del mare è gravissimo. Ma chi guardava tra le pieghe degli accordi con la Libia ha sempre faticato a trovare spazio sui giornali

Trafficanti di uomini: la débâcle di indagini e processi
Tra prove deboli, scambi di persona ed errori di traduzione è stata criminalizzata l’assistenza, ma chi si arricchisce sulla pelle dei migranti resta libero e in grado di operare

Guerra in Libia, i “legami invisibili” di Airbus e Dassault Systèmes
Nonostante l’embargo e la guerra civile in corso, le due aziende europee forniscono ancora servizi di manutenzione e di formazione. Contribuendo, così, a crimini di guerra

Libia, il ruolo delle Ong italiane nei centri di detenzione
Inefficace e irrilevante l’impatto dei 6 mln di euro stanziati dall’Italia per i campi libici, col sospetto che una buona parte finisca nelle tasche delle milizie

La mafia di Zawiya
Il gruppo che detiene il controllo del traffico di migranti e gasolio nella città di Zawiya agisce come un’organizzazione mafiosa e gode di importanti appoggi nel mondo politico libico

Da Operazione Sophia a Irini, anatomia delle missioni navali europee
Cambiano le missioni di pattugliamento davanti le acque libiche ma non i fallimenti. Anche l’addestramento della Guardia costiera libica pone diversi interrogativi sul piano del diritto internazionale

Qual è il ruolo dell’Italia nelle operazioni della guardia costiera libica?
Nessuna autorità libica ha il pieno controllo dei suoi uomini. Ci sono doppie appartenenze: chi è guardacoste ha comunque legami, spesso di natura tribale, con le milizie locali

Il vertice al Cara di Mineo con il “re degli scafisti” libico
Un trafficante, noto come Bija, nel centro d’accoglienza per parlare di migranti: ora è indagato in Italia per le violenze in Libia

Zawiya, viaggio nel lager libico su cui indagano le procure di Agrigento e Palermo
A settembre la Procura di Agrigento ha arrestato due egiziani e un guineano contestando, per la prima volta in Italia, il reato di tortura. Sono accusati anche delle violenze avvenute nel centro di detenzione libico di Zawiya

Sulla rotta mortale del Mediterraneo centrale
A luglio 2019 quasi un migrante su dieci è morto durante l’attraversamento del Mediterraneo centrale. Tutto ciò mentre il numero degli sbarchi è in diminuzione da anni

L’Italia affida i migranti agli stessi che fa arrestare per contrabbando
La Guardia costiera di Zawiya è un’organizzazione criminale. Secondo le Nazioni Unite, fa parte di una milizia coinvolta in numerosi traffici di esseri umani

Le rotte e i costi delle migrazioni
Il mercato degli esseri umani nel Mediterraneo vale sei miliardi di euro. Un quinto del mercato globale, stimato in 30 miliardi: la terza industria illegale del mondo, dopo armi e droga
CREDITI
Autori
Lorenzo Bagnoli
Carmen Baffi
Lorenzo Bodrero
Vincenzo Imperitura
Migration Newsroom
Alfredo Sprovieri
Ian Urbina
In partnership con
Infografiche/Mappe
Lorenzo Bodrero