#SePotessiTornare
Donne in fuga dal crimine è un progetto di serie documentaria che si immerge nell’universo femminile della ‘ndrangheta. Una serie di storie vere raccontate in prima persona da donne che, rompendo per sempre i legami con le famiglie d’origine affiliate al crimine organizzato, iniziano una nuova vita come collaboratrici o testimoni di giustizia.
Se potessi tornare è la prima puntata di questa serie. La serie si avvale di una struttura narrativa originale e innovativa per raccontare come pesano in particolare sulle donne le regole spietate delle organizzazioni criminali di stampo mafioso. Lo stratagemma è un meccanismo immersivo – la tecnologia VR (realtà virtuale) – che permette alle protagoniste di tornare virtualmente nei luoghi dove si era svolta la loro prima vita, quella sotto il controllo della mafia.
Un’esperienza capace di sollevare emozioni profonde tanto nella protagonista quanto nello spettatore.
In Se potessi tornare Maria Stefanelli, testimone di giustizia, è infatti la protagonista di un viaggio nella memoria, in un rinnovato rapporto tra giornalista e soggetto, che le consente di tornare nei luoghi della sua infanzia, e di riprendere almeno in questo documentario il controllo della sua storia. Seguendo le sue indicazioni, infatti, la troupe si reca fisicamente nei luoghi d’origine con la telecamera 360° per girare video da mostrare a Maria.
Il documentario
Con la regia di Manolo Luppichini, Se potessi tornare è realizzato da Irpi insieme ad AlteraWide grazie al sostegno di Tavola Valdese e di Fondazione Peppino Vismara. Il progetto Libere dalle mafie è presentato agli studenti degli istituti secondari superiori nelle città di Torino, Milano, Riccione e Reggio Calabria.
Maria Stefanelli ha raccontato la sua storia nel libro Loro mi cercano ancora (Mondadori 2014) scritto con la giornalista Manuela Mareso.
Sarà proprio lei, guardando i video con il visore VR, a raccontare la sua storia rivivendo virtualmente i luoghi della sua memoria. E per un attimo, essere di nuovo lì, a osservare la propria casa, camminare per le stanze della prima notte di nozze, rivivere gioie dell’infanzia e dolori da donna di mafia.

La faida di ‘ndrangheta che ha insanguinato il Piemonte
Soci d’affari prima, nemici giurati poi. La guerra intestina tra i Marando e gli Stefanelli ha accompagnato buona parte della storia criminale piemontese

Nelle viscere dell’Aspromonte
Cronache dal fronte caldo del contrasto alla ‘ndrangheta: nella Locride tra crepe e sogni di una terra bellissima e desolata

L’evoluzione delle donne di mafia: «Ora sono protagoniste degli affari»
Un terzo degli azionisti di società confiscate alle mafie è donna: quasi il doppio della media delle aziende legali. Ma è una falsa emancipazione
CREDITI
Autori
Cecilia Anesi
Lorenzo Bodrero
In partnership con
Infografiche
Dalk, data talk
Editing
Foto
Con il sostegno di
Fondazione Peppino Vismara