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Daphne Caruana Galizia è stata uccisa con un’autobomba il 16 ottobre 2017 di fronte alla sua casa di Bidnija, a Malta. Aveva un blog seguitissimo, Running Commentary, ed era la coscienza dell’isola. Denunciava già da anni come Malta fosse ormai fuorilegge, un buco nero in mezzo al Mediterraneo, un feudo nelle mani di corrotti e criminali. Sotto il governo laburista di Joseph Muscat, Malta è diventata la “Singapore del Mediterraneo”, il paradiso di ogni investitore. Dal gioco d’azzardo alla vendita dei passaporti, dalle società offshore mai dichiarate dai governanti all’approvvigionamento del gas sull’isola. Tutte piste che Caruana Galizia aveva cominciato a seguire, senza avere il tempo di portare a termine le sue indagini.
Ad aprile 2018 è uscito il primo pezzo di The Daphne Project, inchiesta collaborativa ancora in corso a cui partecipano 18 testate.
Da allora l’isola ha un nuovo premier, Robert Abela, e una società civile più vigile, che chiede rinnovamento.
Dal processo in corso per l’omicidio della giornalista è emerso anche il nome di un famoso imprenditore, Yorgen Fenech, come presunto mandante dell’omicidio. Mano a mano che l’inchiesta avanza, affiorano omertà, connivenze e affari sporchi che riguardano alcune delle personalità più influenti dell’isola.
Per il Daphne Project, Irpi si è occupata soprattutto del mondo di sotto a cui appartengono i contrabbandieri che operano tra l’isola, la Libia e l’Italia. Da questo milieu, infatti, provengono anche i presunti killer di Daphne. Questo filone d’inchiesta si è poi sviluppato fino ad abbracciare una rete di trafficanti mediterranea, che ha in Hurd’s Bank, la secca a largo di Malta, uno dei suoi principali luoghi di ritrovo.

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CREDITI
Autori
Cecilia Anesi
Edoardo Anziano
Lorenzo Bagnoli
Matteo Civillini
Giulio Rubino