#FraudFactory
Una società di base a Kiev, Ucraina, con ricavi di 70 milioni di euro l’anno propone finti pacchetti finanziari con ritorni da capogiro. Le vittime ci cascano e arrivano a perdere migliaia di euro. Molti di loro sono italiani. Comincia con una pubblicità su Facebook, o una chiamata a freddo. Di solito il numero di telefono ha un prefisso inglese, finto. La proposta è sempre allettante: si parla di investimenti finanziari dal ritorno assicurato in poco tempo. Come referenze, sui social, circolano i volti di vip famosi che si sarebbero arricchiti in questo modo.
Ma è solo una finzione. Un castello di carta. Chi si fa abbindolare non vedrà mai i suoi soldi finire in un vero investimento che finiscono invece in casseforti offshore lontani dalle giurisdizioni dove le polizie che indagano sulle denunce dei truffati potrebbero scovarli. Il tutto saldamente nelle mani del gruppo criminale israelo-georgiano che sta alle spalle dell’organizzazione.
Si chiama Milton Group, ha un ufficio in un palazzo elegante in centro a Kiev e come ragione sociale ha quella di convincere clienti sprovveduti a mettere mano al portafogli.
Ma non sono gli unici: risalendo la catena e gli assetti societari di altri gruppi simili si può ricostruire una catena di soldi e frodi che agisce a livello globale e appare inarrestabile.
Come è nata l'inchiesta
L’inchiesta #FraudFactory nasce dai documenti che un whistleblower ha raccolto e messo a disposizione dei giornalisti svedesi di Dagens Nyheter. All’inchiesta hanno partecipato giornalisti di 25 Paesi in tutto il mondo, coordinati da Occrp.

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CREDITI
Autori
Lorenzo Bagnoli
Lorenzo Bodrero
Matteo Civillini
Gianluca Paolucci