I volti della transizione energetica
La transizione verso quella che viene definita “economia verde” è una delle sfide del nostro tempo che dovrà contemperare gli interessi economici, sociali e politici con le necessità ambientali del pianeta

#GreenWashing

Se ci sia luce in fondo al tunnel della pandemia non è ancora chiaro. Un anno dopo l’inizio della peggiore crisi sociale ed economica dei nostri tempi, l’idea di “recovery” e ricostruzione resta tuttora tanto vaga quanto urgente. Ma rispetto alla precedente crisi economica, dalla cui terribile gestione non ci siamo mai veramente ripresi, questa volta l’Europa, pur non senza incertezze e difficoltà, ha messo in campo uno sforzo economico senza precedenti, potenzialmente in grado non solo di rilanciare l’economia del continente, ma di dar nuova vita al suo progetto politico e alla sua visione del futuro.

Concordi nell’obiettivo, ci sono però in campo agende molto diverse per quanto riguarda le priorità. Appena prima che queste priorità venissero buttate all’aria dal Covid, infatti, l’Unione Europea aveva scelto di mettere la battaglia per il clima e la decarbonizzazione in cima alla lista, presentando giusto a dicembre 2019 il suo green deal, un ampio piano di investimenti che dovrebbe provare a dare risposta al crescente problema dei cambiamenti climatici.

Con i lockdown e il conseguente tracollo delle economie europee sembrava che l’ambizioso piano sarebbe stato messo in soffitta in attesa di tempi migliori, a favore di un approccio più tradizionale al motto di «prima l’economia poi il clima».

Alla fine però l’impegno a favore di un sistema economico più verde sembra aver prevalso, e l’ambizioso Next Generation Eu fund dovrebbe, almeno su carta, continuare in larga parte il processo delineato dal Green Deal.

Ma i settori industriali che più di tutti dovrebbero trasformarsi in questo processo, in particolare quello energetico, non si sono lasciati cogliere impreparati, e da molto tempo hanno iniziato un frenetico processo di lobbying teso a rendere il cambiamento il più gattopardesco possibile.

Il messaggio è semplice: convincere tutti che il cambiamento richiede una lunga fase di “transizione” che passi sempre attraverso le vecchie strutture (fonti fossili, gas metano, ecc.), e che queste strutture necessitino anche di ulteriori investimenti per favorirne la lenta transizione a un “verde” ancora del tutto ipotetico. Il rischio concreto è che la parte del leone dei nuovi finanziamenti europei finisca nelle stesse mani di sempre, a vantaggio di progetti dagli orizzonti ristretti il cui obiettivo è molto più salvare il presente che non preparare il futuro.

IrpiMedia, assieme ad altri partner europei, ha deciso di intraprendere una serie di inchieste sui progetti di greenwashing che tenteranno di accreditarsi in tutta Europa per ricevere fondi comunitari.

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CREDITI

Autori

Raffaele Angius
Francesca Ciculli
Matteo Civillini
Aïda Delpuech
Sara Farolfi
Matteo Garavoglia
Carlotta Indiano
Alessandro Leone
Piero Loi
Simone Manda
Fabio Papetti
Arianna Poletti
Daniela Sala
Eleonora Vio

Riprese & montaggio

Daniela Sala

Editing

Cecilia Anesi
Lorenzo Bagnoli
Luca Rinaldi
Giulio Rubino

In collaborazione con

Infografiche & Mappe

Lorenzo Bodrero

Foto di copertina